CUP: Codice Unico di Progetto

25 Luglio 2025

Il Codice Unico di Progetto (CUP) è uno strumento essenziale per chi opera nel mondo dei progetti pubblici. Questo codice univoco, attribuito a ciascun progetto di investimento pubblico, assicura la tracciabilità e il monitoraggio dei finanziamenti. Comprendere come funziona il CUP e come guidare le modifiche CIPE è fondamentale per navigare con successo nel complesso panorama degli investimenti pubblici in Italia. In questo articolo, esploreremo in dettaglio il CUP, la sua importanza, e come gestirne le modifiche.


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Introduzione al CUP: Codice Unico di Progetto

Cosa è il Codice Unico di Progetto

Il Codice Unico di Progetto, spesso abbreviato in CUP, è un codice alfanumerico di 15 caratteri che identifica in maniera univoca ciascun progetto di investimento pubblico. Ogni progetto finanziato dallo Stato, attraverso un bando o una legge specifica, deve possedere un CUP.

Questo codice permette di tracciare l’intero ciclo di vita del progetto, dal finanziamento iniziale fino alla sua completa realizzazione, facilitando il monitoraggio e la trasparenza.

Importanza del CUP nei progetti pubblici

L’importanza del CUP risiede nella sua capacità di garantire la tracciabilità dei flussi finanziari relativi a ciascun progetto. Il CUP permette di collegare gli atti amministrativi, gli atti deliberativi e i pagamenti effettuati, assicurando un efficace sistema di monitoraggio. Senza il CUP, sarebbe impossibile avere una visione chiara e completa degli investimenti pubblici, rendendo difficile la verifica dell’utilizzo corretto dei fondi stanziati e la lotta contro eventuali sprechi o irregolarità.

Normativa di riferimento

La normativa di riferimento per il Codice Unico di Progetto è ampia e articolata. Essa include diverse leggi, delibere CIPE e circolari che definiscono le modalità di attribuzione, utilizzo e monitoraggio del CUP. Il sistema CUP è gestito a livello nazionale e si avvale di un portale informativo, spesso chiamato OpenCUP, che raccoglie i dati relativi a tutti i progetti dotati di CUP. Conoscere questa normativa è fondamentale per tutti i soggetti coinvolti nella gestione di progetti pubblici, dai titolari dei progetti alle amministrazioni competenti.


Struttura e Funzioni del CUP: Codice Unico di Progetto

Componenti del codice unico di progetto

Il Codice Unico di Progetto (CUP) è strutturato come una stringa alfanumerica di 15 caratteri, progettata per identificare in modo univoco ciascun progetto di investimento pubblico. Questa struttura permette di tracciare l’intero ciclo di vita del progetto, garantendo trasparenza e monitoraggio. Ogni componente del codice ha un significato preciso, che consente di identificare l’area territoriale, la natura dell’intervento e il soggetto titolare del finanziamento. Il sistema CUP è essenziale per la corretta gestione dei flussi finanziari e per assicurare che i fondi siano utilizzati in modo efficace e conforme alla normativa di riferimento.

Procedura di assegnazione del CUP: Codice Unico di Progetto

La procedura di assegnazione del CUP inizia con la presentazione di una richiesta formale da parte del soggetto titolare del progetto. Questa richiesta deve essere corredata da una serie di documenti che attestino la natura e l’entità dell’intervento. Il codice viene rilasciato dal sistema CUP, gestito a livello nazionale, dopo una verifica accurata della documentazione presentata. L’assegnazione del CUP è obbligatoria per tutti i progetti di investimento pubblico finanziati dallo Stato, sia attraverso un bando che attraverso una specifica legge. Il processo di assegnazione è progettato per garantire la tracciabilità e la trasparenza dei finanziamenti pubblici, prevenendo irregolarità e sprechi.


Benefici dell’uso del CUP per le aziende

L’uso del CUP offre numerosi benefici per le aziende coinvolte in progetti pubblici. Innanzitutto, garantisce la tracciabilità dei flussi finanziari, riducendo il rischio di irregolarità e frodi. Inoltre, semplifica le procedure amministrative e facilita il monitoraggio dei progressi del progetto. Avere un codice univoco di progetto aumenta la credibilità dell’azienda e ne rafforza la reputazione nel settore degli investimenti pubblici. L’utilizzo del CUP dimostra l’impegno dell’azienda verso la trasparenza e la corretta gestione delle risorse pubbliche. Senza il CUP le aziende non potrebbero partecipare al bando.


Come regolarizzare una fattura emessa in assenza di CUP

Nel contesto della rendicontazione di spese ammissibili nell’ambito di interventi finanziati con risorse pubbliche, l’indicazione del Codice Unico di Progetto (CUP) rappresenta un obbligo imprescindibile, stabilito dalla normativa in materia di monitoraggio degli investimenti pubblici. Tuttavia, può accadere che una fattura venga emessa prima della comunicazione del CUP da parte dell’amministrazione concedente. In tali circostanze, è possibile procedere a una regolarizzazione della documentazione già emessa, attenendosi a modalità differenziate in base al formato del documento originario (elettronico o cartaceo), nel rispetto delle disposizioni dell’Agenzia delle Entrate.

Nel caso di fatture elettroniche, la regolarizzazione può avvenire attraverso due diverse modalità:

Emissione di una nota di credito e nuova fattura

Si tratta della procedura più completa e formalmente corretta. In questo caso, si procede innanzitutto all’emissione di una nota di credito volta ad annullare completamente la fattura priva del CUP. Successivamente, si emette una nuova fattura elettronica contenente tutti gli elementi richiesti, compreso il CUP comunicato dall’amministrazione finanziatrice. Questo approccio garantisce coerenza formale e sostanziale nei confronti del Sistema di Interscambio (SdI), evitando contestazioni in sede di controllo amministrativo o contabile.

Integrazione elettronica della fattura già emessa

È possibile integrare la fattura elettronica originaria senza annullarla, utilizzando un documento elettronico integrativo. Tale documento deve essere predisposto nel rispetto delle istruzioni contenute nella circolare n. 14/E del 2019 dell’Agenzia delle Entrate (paragrafi 6.2 e 6.4), anche se originariamente riferita al meccanismo del reverse charge. L’integrazione va effettuata utilizzando il codice TD20, che identifica le autofatture e le integrazioni elettroniche. Il file integrativo deve essere poi trasmesso tramite il Sistema di Interscambio. È importante precisare che tale operazione non comporta modifiche ai fini fiscali o contabili, ma rappresenta unicamente un’annotazione integrativa volta a completare i dati necessari alla tracciabilità dei flussi finanziari pubblici, come previsto dalle norme in materia di trasparenza e monitoraggio.

Per quanto riguarda le fatture cartacee, la regolarizzazione è ancora più semplice e diretta. In tali casi è sufficiente apporre il CUP sull’originale della fattura cartacea mediante scrittura indelebile o l’utilizzo di un timbro apposito. Anche in questo caso, l’integrazione ha valore esclusivamente amministrativo e non altera i contenuti fiscali della fattura originaria, che resta valida ai fini della deducibilità del costo e della detraibilità dell’IVA (ove applicabile).

È fondamentale sottolineare che le operazioni descritte non costituiscono una rettifica fiscale in senso stretto, bensì una mera integrazione documentale finalizzata a soddisfare gli obblighi informativi richiesti dal sistema nazionale di monitoraggio degli investimenti pubblici. Pertanto, una volta effettuata correttamente l’integrazione, tutti gli altri dati della fattura restano inalterati, senza ripercussioni sugli adempimenti contabili o tributari già eseguiti.


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