Le imprese che svolgono o hanno svolto attività di Ricerca industriale e Sviluppo sperimentale negli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020 possono beneficiare di un’agevolazione fiscale sotto forma di credito d’imposta detto anche Bonus Ricerca & Sviluppo.
Il beneficio, fino al 50% dei costi ammissibili sostenuti, viene riconosciuto a tutte le imprese, di qualsiasi dimensione, natura, settore di appartenenza, forma giuridica e regime contabile adottato.
Il credito d’imposta ricerca e sviluppo spetta quando l’azienda ha impiegato personale interno o sostenuto costi esterni per attività di:
1. Ricerca fondamentale: lavori sperimentali o teorici svolti, aventi quale principale finalità l’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette;
2. Ricerca industriale:
– ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti;
– creazione di componenti di sistemi complessi necessaria per la ricerca industriale, in particolare per la validazione di tecnologie generiche;
3. Sviluppo sperimentale:
– acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati; può trattarsi anche di altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione concernenti nuovi prodotti, processi e servizi; tali attività possono comprendere l’elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purché non siano destinati a uso commerciale;
– la corrispondente disposizione del decreto attuativo ha ricompreso, tra le attività ammissibili nell’ambito dello sviluppo sperimentale, anche gli studi di fattibilità quando svolti nelle fasi di ricerca o funzionali allo sviluppo di nuovi prodotti, processi o servizi;
– realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici e/o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida;
– produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali.
a) Spese per impiego di personale in attività di ricerca e sviluppo;
b) Commesse di ricerca contrattuale (extra-muros);
c) Ammortamenti funzionali di attrezzature e strumenti di laboratorio;
d) Privative industriali e Competenze tecniche per attività di assistenza alla generazione di marchi e brevetti;
e) Materiali (spesa ammissibile a partire dal 2019)
Il Credito d’imposta è riconosciuto in misura differente in base all’anno di riferimento al quale viene applicato e comunque fino ad un massimo del 50% di tutti i costi ammissibili, a condizioni che siano sostenute spese per attività di ricerca e sviluppo almeno pari a 30 mila euro;
Non genera plusvalenza attiva: il beneficio non viene tassato ed è interamente usufruibile direttamente in compensazione su tutte le imposte tramite F24 sebbene sia particolarmente utilizzato per compensare l’IVA a debito.
Si tratta di un’agevolazione automatica: non è necessaria l’approvazione di alcun Ente o Commissione, bensì si può procedere autonomamente alla compensazione con modello F24 dal periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati sostenuti i costi.
Tuttavia, poiché il credito di imposta è una agevolazione di tipo automatico, occorre prestare particolare attenzione nel supportare, dimostrare e rendicontare quanto si è fatto.
Per questo motivo è fortemente consigliato affidarsi a società di consulenza che abbiano un’esperienza specifica ed uno staff di esperti tecnici, economici, legali e fiscali che collaborino collegialmente per una corretta interpretazione della normativa.
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